sabato 16 giugno 2012

GIOVEDI' 24 MAGGIO

Il mostro di Lochness è come babbo natale, a un certo punto decidi di crederci perché, se no lo fai più, senti di perdere qualcosa del fascino del natale... o del fascino della Scozia.
Il fatto che i regali compaiano magicamente sotto il tuo albero o la reale possibilità di vedere il mostro più famoso al mondo durante una piccola crociera sul lago è irrilevante.
Oggi noi andiamo a cercare Nessie.
Dobbiamo partire da Fort William alle 9.00, ma sotto la pensilina della stazione dei pullman aspettiamo più di venti minuti oltre l'orario previsto. Chiediamo ad uno degli altri potenziali passeggeri se di norma i pullman partono in ritardo lì in Scozia (non per fare i polemici... sapete ben come vanno ste cose in Italia) e ci rispondono che è la prima volta... 
Va beh, noi siamo pronti... con armi e bagagli... prima o poi vedrete che partiamo!
E infatti ecco il pullman che arriva, il conducente è così in ansia di recuperare il tempo perduto che ci fa salire tutti in fretta e furia, senza neppure perdere tempo a farci caricare gli zaini nel vano portabagagli, tanto di spazio sopra ce n'è, e via!  
Più veloci della luce... neanche fossimo ad Indianapolis...
La strada che si snoda nella valle, segue  il corso del fiume che ogni tanto si adagia stanco a riposare nell'alveo di un lago, poi si stinge di nuovo... appena un po'... fino al prossimo lago...
Ora, anche questa volta io non ho immagini del viaggio, (il solo pensiero di guardare attraverso l'obbiettivo della macchina mi avrebbe fatto vomitare la sostanziosa colazione!) ma mi risulta che il nostro fotografo ufficiale (nonché ideatore/organizzatore/guida) si sia cimentato in alcuni scatti davvero formidabili e prima o poi lo convinceremo a metterne qualcuno a disposizione di questo blog.
La nostra meta è il castello di Urquhart.
Perché proprio questo castello?
Perché Urquhuart Castle sorge su un promontorio roccioso che si protende nelle profondissime e gelide acque del Loch Ness, perché dall'estremità settentrionale di questo promontorio si gode una magnifica vista del lago e del superbo scenario della vallata del Great Glen. e perché le sue rovine, intrise di storia, ci accompagneranno in un viaggio, ancora una volta, nello spazio e nel tempo.
Eccoci qua, ed ecco come ci appare il castello di Urquhalrt in questa splendida giornata di sole.  Raggiungiamo il promontorio seguendo la strada che scende dolcemente verso il lago. Il castello, come ogni castello che si rispetti, è difeso da terra dal vuoto di un fossato che in alcuni punti raggiunge i cinque metri anche se, così come ci appare oggi, rivestito di un morbido tappeto smeraldo, non sembra affatto minaccioso. Proprio davanti a noi un terrapieno in pietra accorcia la distanza delle due sponde e un solido ponte fisso colma il vuoto dove un tempo si trovava un ponte levatoio.
Attraversiamo l'arco d'ingresso munito, in principio, di due alte torri di difesa delle quale oggi rimane solo il piano terreno e davanti a noi si apre una finestra su un mondo fantastico. 
Lo sguardo corre verso l'orizzonte spostandosi ammirato dal blu più intenso del lago al verde delle coste occhieggianti di gialle ginestre, dalle cime più brulle dei monti alla valle che si chiude discreta e silenziosa in lontananza. 
Poi viene catturato dal perimetro delle pietre secolari che ci conducono all'antica quotidianità di un focolare e di un grezzo forno, ci accompagnano negli angusti sotterranei intrisi di mistero, ci intrappolano nelle fantastiche storie racchiuse dietro grate inaccessibili e...
Ed ecco che oltre le finestra aperta sull'imponente muro, è protagonista ancora il lago. 
 

E' mezzogiorno, l'area attrezzata di accoglienza al castello è fornita, come c'era da aspettarselo, di un piccolo ristorate-bar dove ci sediamo e consumiamo una degnissima tomato-soup. 
Facciamo un giro nel negozio di souvenir traboccante di monili della tradizione celtica, poi di nuovo in riva al lago a scrutare l'orizzonte. 
I traghetti carichi di turisti solcano le acque avanti e indietro, sfregiando col loro rimescolio la superficie dello specchio d'acqua mentre il vento soffia costante portando alle narici un molle odore di muschio e di resina. 
Tra le vecchie mura un uomo con un panciotto scozzese vigila attento, pronto a riprendere chi lascia i tanti sentieri di ghiaia finendo col calpestare il manto erboso. 
Rispetto e pulizia, bisogna dirlo, onorano la bellezza di questo posto.
Sarebbe bello restare ancora a lungo, ma alle 15.00 passa il pullman che ci porterà a Inverness, ultima meta del nostro viaggio. 
E' giunto quindi il momento di tornare al pensiero di partenza: io, per dovere di cronaca, il lago l'ho guardato proprio bene... in lungo e in largo... e ne ho fotografato ogni angolo... anche il più nascosto, ma di Nessie nessuna traccia. 
Naturalmente tutto questo non significa affatto che il mostro non esista!
Solo che dovremmo tornare ancora a cercarlo!
SI!!!

Inverness ci sorprende piacevolmente fin dalla prima occhiata fuori dal finestrino del pullman. Ci accorgiamo subito che la città è un piccolo gioiello inatteso.
Descrivervela ora in poche stanche parole non le renderebbe giustizia. Ve ne parlerò ampiamente nel prossimo post dove vi racconteremo il nostro ultimo, ma non meno entusiasmante, giorno di tour nelle Highlands.

DOMANI INVERNESS E IL SUO FASCINO NORDICO, POI IL RITORNO AD EDIMBURGO DOVE CI ASPETTA ANCORA LA VISITA ALLA HOLLYROOD HOUSE... 
CON UNA... HEM...
UNA SORPRESA!



2 commenti:

  1. eh sì il fascino di Nessie è davvero irresistibile. Per chi come me è
    sempre stato affascinato dalle storie di cavalieri senza macchia e
    senza paura, di abili arcieri, di maghi, di folletti, di misteriose
    creature, la Scozia è una meta ideale non solo per le bellezze
    artistiche e naturali ma un'occasione preziosa per liberare finalmente
    la fantasia...occasione così rara...un po' come può capitare in una
    calda sera d'estate di ritrovarsi al buio, la notte di San Giovanni
    (notte di streghe e di magie), tutt'intorno silenzio, circondati da
    decine di lucciole...e allora ti sorprendi a pensare che forse tra
    quelle lucciole c'è qualche fatina come Trilly e se riesci a farti
    dare un po' di polvere magica potrai volare in alto proprio sulla cima
    del Big Ben!!

    ancora una volta quindi grazie carissima 330 ml per averci
    accompagnato con la sua bella prosa in una tappa del vostro viaggio
    attraverso una terra così affascinante soprattutto per chi come me non
    vuole smettere di sognare di esplorare castelli incantati e di
    attraversare terre sconosciute  popolate di misteriose creature :-)

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  2. Quanto a sognare monti incantati... io non crescerò mai... Ed è bello sapere di non essere la sola!
    Benvenuta nel club :)

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