domenica 3 giugno 2012

LUNEDI' 21 MAGGIO

  In volo, lasciando l'aeroporto di Milano, la coltre di nubi sotto di noi è inguadabile per il riverbero del sole che ferisce gli occhi con la sua luce riflessa. A tratti si fa più scura e buia, poi di nuovo accecante. Finalmente dirada fino a trasformarsi in un gregge di nuvole bianche, soffici e strette le une alle atre proprio sopra le coste dell'Inghilterra. Quando cominciamo la discesa in arrivo all'aeroporto di Edimburgo il cielo si fa limpido, l'orizzonte terso e sotto di noi il verde chiaro dei campi e quello più scuro delle aree boscose si alternano allegri e luccicanti in una scacchiera asimmetrica come le figure di un 'tartan' drappeggiato ad arte.
Dall'aeroporto raggiungiamo il centro di Edimburgo in bus: una schiera di case piccole e scure orlate ognuna da un giardino ben curato, ci scorrono davanti introducendoci nella tipica atmosfera delle città inglesi. Il piccolo albergo che offre bed & breakfast dove pernotteremo è a poche centinaia di metri dalla stazione, con vista sul castello. L'accoglienza è buona, la stanza perfettamente attrezzata e pulita.
Ma non è facile trattenersi. Posiamo le valigie e usciamo: la serata limpida sarà chiara ancora per molte ore e noi vogliamo goderci Edimburgo. 
Le case, le strade, i ponti, tutto ha un suo fascino particolare.
Sognavo di vedere la Scozia da... forse da quando avevo 15 anni... non so neppure io il perché...
Niente delude, persino la cornamusa, suonata ad ogni angolo di strada a puro beneficio dei turisti, (un miagolio insistente che sarebbe insopportabile in qualsiasi altro luogo o momento) non stona e ci si  accorge che è quasi 'credibile' come gli uomini in kilt, lì... solo lì...
Davanti a noi ora c'è il castello. e più in basso, scendendo lungo Royal Mile, si arriva alla Holyroodhouse, residenza scozzese ufficiale di Sua Maestà la Regina. A metà strada ci fermiamo ad ammirare la maestosa cattedrale e giù in Victoria Street il susseguirsi gioioso dei negozi dalle facciate colorate.
Pretendere di vedere Edimburgo in un solo pomeriggio sarebbe un insulto all'arte, alla storia, alle tradizioni...
Noi non lo faremo: torneremo ancora qui alla fine del nostro viaggio nelle Higlands, intanto ci godiamo quel che c'è da vedere strada facendo.
Come l'effigie di Bobby, cane di razza terrier diventato famoso nel diciannovesimo secolo per aver passato quattordici anni dalla sua vita a fare la guardia alla tomba del suo padrone dalla quale si allontanava solo in cerca di un po' di cibo e di un alloggio caldo dove passare la notte nei mesi invernali.  Adottato dall'intera cittadinanza di Edimburgo, alla sua morte è stata eretta una statua in bronzo  in suo ricordo, poco lontano dalla tomba del suo padrone, ma fuori dal vecchio cimitero dove non poté essere seppellito perché terra consacrata.  
A fianco della cancellata dello stesso un bar si ispira alla sua storia e, oltrepassando quei cancelli, troviamo ancora una lapide in marmo con il suo nome e la scritta 'che la tua devozione e fedeltà siano di esempio a tutti noi'.
A questo punto ci fermiamo a visitare il vecchio cimitero.
Scelta insolita, direte voi... 
Allora osservate insieme a me l'affascinante ambiguità di questo posto di pace che sotto il sole di questa sera ci appare di una serenità assoluta... Il leggero pendio morbido di erba ben rasata, il verde delle fronde fruscianti alla leggera brezza... il silenzio che non ha bisogno di essere imposto, ma al contrario, è fatto di frasi sussurrate quasi a timore di rompere un incantesimo. Come non si può pensare di riposare in pace in un luogo del genere.
Eppure, allo stesso tempo non è difficile immaginare quanto diverso tutto questo ci possa apparire in una notte di luna piena o in una serata uggiosa dove la luce si trasforma stendendo tutto attorno un'inquietante velo di mistero ed evocando immagini cupe e spettrali...
E non bisogna neppure essere necessariamente appassionati di racconti dell'orrore per lasciarsi suggestionare dalle figure incise sulla pietra e da testimonianze storiche, come la grata di acciaio posta su questa tomba al fine (come recita la targa) di prevenire il furto del cadavere da parte dei profanatori di tombe che lo avrebbero venduto alla classe di anatomia della facoltà di medicina...
WOW!
Ma torniamo alla nostra spettacolare Edimburgo. Sono le sei e mezza: i pub sono pieni, è ora di cena da queste parti (e anche per noi considerano il fuso orario), ne cerchiamo uno che faccia cibo tipico (non è difficile, le tradizioni prima di tutto) e la guida (nonché ideatore/organizzatore/fotografo ufficiale) della nostra spedizione ordina per me l'haggis. Ora, io l'ho mangiato, per dovere di cronaca, e posso dirvi che aveva un sapore forte che mi ricordava un po' quello della selvaggina, ma se qualcuno di voi sa esattamente di cosa si compone...
beh, non me lo dica: io preferisco non saperlo... 



DOMANI IN VIAGGIO DA EDIMBURGO A FORT WILLIAM ATTRAVERSO LE HIGHLANDS.


2 commenti:

  1. Gentilissima 330ml, per chi come me vorrebbe ma non può viaggiare, leggere la prosa del suo racconto di viaggio, è quasi come averlo fatto quel viaggio. Anzi la forma poetica del suo racconto entusiasma di più di un viaggio a volte un pò distratto.GRAZIE. La saluto cordialmente.

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  2. ne sono felice, ho davvero assaportato cose che si possono descrivere solo con le parole, (almeno per me perchè questa è la mia capacità) entro pochi giorni la porterò in treno in mezzo alle highland a contatto con una natura così silenziosa genuina e potente da lasciarti senza fiato... venga ancora con noi! grazie del commento!

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