sabato 23 giugno 2012

VENERDI' 25 MAGGIO

Il nostro ultimo giorno di spedizione nelle Highlands comincia a Inverness in una mattinata chiara, chiara ancor prima dell'alba.
Siamo arrivati ieri nel tardo pomeriggio. La città, che è sede del centro amministrativo delle Highlands, sorge sulla foce del fiume Ness e ci appare subito come un piccolo gioiello inatteso. 
Tante case ordinate lungo il viale alberato sulle sponde del fiume; l'acqua che scorre stanca alla fine del suo viaggio e accarezza dolcemente l'argine erboso ben curato e pulito; il fremito dei pioppi alla brezza della sera e, su tutto, la sagoma imponente del castello che domina e vigila.
Sarà chiaro ancora per diverse ore, cerchiamo l'alloggio che abbiamo prenotato in una strada di casette piccole, tutte in fila come bambini, ognuna col suo piccolo giardino verde orlato di minuscoli fiori a ridosso di muretti bassi e cancellate di ferro battuto. Quasi su ognuna di esse spicca il cartello 'Guest House - no vacancy'. La nostra ha la tipica veranda a base esagonale che sporge all'esterno ed è 'rifinita' da grondaie e cancelletto rossi. Una simpatica coppia ci accoglie in casa propria , si informa su com'è andato il viaggio, felice del fatto che abbiamo trovato bel tempo mentre solo la settimana prima da quelle parti c'erano temperature invernali e ci accompagna al piano di sopra. La stanza è piccola ma pulita e il bagno attrezzato di doccia con acqua immediatamente calda. Ci consegnano le chiavi, ci indicano un paio di locali dove poter cenare in modo tipico e siamo di nuovo in cammino. Raggiungiamo il centro attraversando il ponte pedonale sospeso che dondola ad ogni passo procurando un vago senso di nausea. Poi ci gustiamo una rilassante passeggiata lungo il fiume respirando l'aria fresca della sera, senza fretta, incantati dalla luce sull'acqua che tarda ad affievolirsi ritardando la notte come per incanto.
Quattro chiacchiere con uno dei tanti personaggi del luogo, rigorosamente in kilt e, per finire, una cenetta a base di pesce in un ristorantino al primo piano di un edificio ad angolo sul viale dove regna un brulichio sommesso come le luci, tanto che basta sussurrare per capirsi...
Venerdì mattina, il viaggio di ritorno in pullman da Inverness ad Edimburgo è piuttosto lungo ma confortevole, raggiungiamo l'hotel nel quale abbiamo prenotato per la nostra ultima notte in Scozia che è ormai mezzogiorno.
E' questa forse la meno pittoresca tra tutte le residenze nelle quali abbiamo soggiornato, ma anche questa ha il suo fascino: un'occhiata ai tetti sotto la nostra finestra e non si può non immaginare Mary Poppins che saltella insieme ai suoi spazzacamini.
Il programma di oggi prevede la visita ad Holyroodhause, la dimora di sua maestà, che abbiamo trascurato durante il nostro primo giorno ad Edimburgo perchè ci avrebbe portato via troppo tempo.
Andiamo, dunque, che aspettiamo! Alle due siamo davanti alla maestosa residenza reale e... lì ci attende una piccola sorpresa: Holyroodhouse è chiusa al pubblico a causa della  visita di personalità importanti.
Va bhe, che volete che vi dica: cose che succedono...
Ma intanto che facciamo? Non possiamo certo sprecare il nostro ultimo pomeriggio di tour!
Nient'affatto! Proprio davanti al parco di Holyrood si alza la verdeggiante collina che domina la città e noi decidiamo di... Di arrampicarci fin lassù?! Per vedere come appare Edimburgo dall'alto?!
Decidiamo? Un momento: ho detto decidiamo?!
La verità è che le decisioni non si prendono proprio all'unanimità nel nostro gruppo... Insomma, tanto per capirci, io seguo gli altri con lo stesso entusiasmo con cui, martedì scorso, ho seguito le capre!

Ma ancora una volta, devo ammetterlo, lo spettacolo paga ampiamente lo sforzo!
La dimora reale, vista da quassù ci appare in tutto il suo spledore col suo giardino rasato con precisione, le chiome degli alberi che lo contornano a valle e la città che si stringe alle sue spalle fedele e, più a sinistra, si arrampica paziente fino alla sagoma del castello stagliata sull'orizzonte intenso di foschia.
Uno spettacolo indimenticabile.

Ed è con questa immagine di Edimburgo tutta insieme 'conquistata' dall'alto della sua verdeggiante collina che voglio lasciarvi, senza indugiare sulla malinconia della partenza che ci accompangerà domattina in aeroporto per il rientro a Milano previsto nel primo pomeriggio.





A questo punto permettetemi di ringraziare i tanti amici che, attraverso questo blog ci hanno 'seguito' nel nostro splendido viaggio nelle Haighlands Scozzesi, e permettetemi...















...UN OMAGGIO ALL'IDEATORE/
ORGANIZZATORE/GUIDA/
FOTOGRAFO UFFICIALE DEL TOUR.










...UN OMAGGIO AL 
SECONDO MEMBRO DEL GRUPPO/ASSISTENTE FOTOGRAFO.

















...UN OMAGGIO A CHI SCRIVE.










sabato 16 giugno 2012

GIOVEDI' 24 MAGGIO

Il mostro di Lochness è come babbo natale, a un certo punto decidi di crederci perché, se no lo fai più, senti di perdere qualcosa del fascino del natale... o del fascino della Scozia.
Il fatto che i regali compaiano magicamente sotto il tuo albero o la reale possibilità di vedere il mostro più famoso al mondo durante una piccola crociera sul lago è irrilevante.
Oggi noi andiamo a cercare Nessie.
Dobbiamo partire da Fort William alle 9.00, ma sotto la pensilina della stazione dei pullman aspettiamo più di venti minuti oltre l'orario previsto. Chiediamo ad uno degli altri potenziali passeggeri se di norma i pullman partono in ritardo lì in Scozia (non per fare i polemici... sapete ben come vanno ste cose in Italia) e ci rispondono che è la prima volta... 
Va beh, noi siamo pronti... con armi e bagagli... prima o poi vedrete che partiamo!
E infatti ecco il pullman che arriva, il conducente è così in ansia di recuperare il tempo perduto che ci fa salire tutti in fretta e furia, senza neppure perdere tempo a farci caricare gli zaini nel vano portabagagli, tanto di spazio sopra ce n'è, e via!  
Più veloci della luce... neanche fossimo ad Indianapolis...
La strada che si snoda nella valle, segue  il corso del fiume che ogni tanto si adagia stanco a riposare nell'alveo di un lago, poi si stinge di nuovo... appena un po'... fino al prossimo lago...
Ora, anche questa volta io non ho immagini del viaggio, (il solo pensiero di guardare attraverso l'obbiettivo della macchina mi avrebbe fatto vomitare la sostanziosa colazione!) ma mi risulta che il nostro fotografo ufficiale (nonché ideatore/organizzatore/guida) si sia cimentato in alcuni scatti davvero formidabili e prima o poi lo convinceremo a metterne qualcuno a disposizione di questo blog.
La nostra meta è il castello di Urquhart.
Perché proprio questo castello?
Perché Urquhuart Castle sorge su un promontorio roccioso che si protende nelle profondissime e gelide acque del Loch Ness, perché dall'estremità settentrionale di questo promontorio si gode una magnifica vista del lago e del superbo scenario della vallata del Great Glen. e perché le sue rovine, intrise di storia, ci accompagneranno in un viaggio, ancora una volta, nello spazio e nel tempo.
Eccoci qua, ed ecco come ci appare il castello di Urquhalrt in questa splendida giornata di sole.  Raggiungiamo il promontorio seguendo la strada che scende dolcemente verso il lago. Il castello, come ogni castello che si rispetti, è difeso da terra dal vuoto di un fossato che in alcuni punti raggiunge i cinque metri anche se, così come ci appare oggi, rivestito di un morbido tappeto smeraldo, non sembra affatto minaccioso. Proprio davanti a noi un terrapieno in pietra accorcia la distanza delle due sponde e un solido ponte fisso colma il vuoto dove un tempo si trovava un ponte levatoio.
Attraversiamo l'arco d'ingresso munito, in principio, di due alte torri di difesa delle quale oggi rimane solo il piano terreno e davanti a noi si apre una finestra su un mondo fantastico. 
Lo sguardo corre verso l'orizzonte spostandosi ammirato dal blu più intenso del lago al verde delle coste occhieggianti di gialle ginestre, dalle cime più brulle dei monti alla valle che si chiude discreta e silenziosa in lontananza. 
Poi viene catturato dal perimetro delle pietre secolari che ci conducono all'antica quotidianità di un focolare e di un grezzo forno, ci accompagnano negli angusti sotterranei intrisi di mistero, ci intrappolano nelle fantastiche storie racchiuse dietro grate inaccessibili e...
Ed ecco che oltre le finestra aperta sull'imponente muro, è protagonista ancora il lago. 
 

E' mezzogiorno, l'area attrezzata di accoglienza al castello è fornita, come c'era da aspettarselo, di un piccolo ristorate-bar dove ci sediamo e consumiamo una degnissima tomato-soup. 
Facciamo un giro nel negozio di souvenir traboccante di monili della tradizione celtica, poi di nuovo in riva al lago a scrutare l'orizzonte. 
I traghetti carichi di turisti solcano le acque avanti e indietro, sfregiando col loro rimescolio la superficie dello specchio d'acqua mentre il vento soffia costante portando alle narici un molle odore di muschio e di resina. 
Tra le vecchie mura un uomo con un panciotto scozzese vigila attento, pronto a riprendere chi lascia i tanti sentieri di ghiaia finendo col calpestare il manto erboso. 
Rispetto e pulizia, bisogna dirlo, onorano la bellezza di questo posto.
Sarebbe bello restare ancora a lungo, ma alle 15.00 passa il pullman che ci porterà a Inverness, ultima meta del nostro viaggio. 
E' giunto quindi il momento di tornare al pensiero di partenza: io, per dovere di cronaca, il lago l'ho guardato proprio bene... in lungo e in largo... e ne ho fotografato ogni angolo... anche il più nascosto, ma di Nessie nessuna traccia. 
Naturalmente tutto questo non significa affatto che il mostro non esista!
Solo che dovremmo tornare ancora a cercarlo!
SI!!!

Inverness ci sorprende piacevolmente fin dalla prima occhiata fuori dal finestrino del pullman. Ci accorgiamo subito che la città è un piccolo gioiello inatteso.
Descrivervela ora in poche stanche parole non le renderebbe giustizia. Ve ne parlerò ampiamente nel prossimo post dove vi racconteremo il nostro ultimo, ma non meno entusiasmante, giorno di tour nelle Highlands.

DOMANI INVERNESS E IL SUO FASCINO NORDICO, POI IL RITORNO AD EDIMBURGO DOVE CI ASPETTA ANCORA LA VISITA ALLA HOLLYROOD HOUSE... 
CON UNA... HEM...
UNA SORPRESA!



domenica 10 giugno 2012

MERCOLEDI' 23 MAGGIO

Il mattino del nostro terzo giorno di viaggio ci svegliamo in un albergo così caratteristico da farci sentire in un film d'altri tempi e questa è una sensazione che ci accompagnerà per tutta la giornata, oggi... vedrete!

Siamo arrivati a Fort William ieri sera, in treno e siamo stati accolti da una ridente cittadina adagiata in fondo alla valle di Great Glen a pochi chilometri da Ben Nevis, la montagna più alta di tutta la Gran Bretagna.
Originariamente cresciuto intorno al villaggio di Inverlochy il paese ci è subito apparso quasi fiabesco con le sue piccole case dai tetti scuri, "dipinte" sullo sfondo verde della collina  che accompagna dolcemente lo sguardo fino al placido specchio d'acqua  nel quale si riflette.
Dell'antica tradizione di villaggio di pescatori Fort William conserva certo molte caratteristiche non ultima una cucina a base di pesce che ci delizia nel bel ristorantino dal tetto rosso aggrappato al piccolo molo che si sporge sull'acqua.

Dalla stazione di Fort William, che oggi vive per lo più di turismo, ogni mattina alle 10.00, in questa stagione, parte una corsa davvero speciale.
Sto parlando del treno a vapore,  The Jacobite Steam Train che raggiunge Mallaig con un percorso assai suggestivo e che, per gli appassionati del genere, è precisamente il treno che porta Herry Potter a Hogwards! (quello usato per le riprese del film)
Questa mattina noi, alle dieci in punto, siamo sul binario... 9 e 3/4!

Eccolo! L'odore acre del carbone riempie l'aria e subito mi accorgo che quella di oggi sarà  una giornata adatta a nostalgici ai romantici e a chi ama lasciare correre la fantasia. 
Beh, io sono tutte e tre le cose... e tanto altro ancora...
Camminando all'interno della carrozza non posso non farmi catturare dall'atmosfera: è un viaggio nel tempo oltre che nello spazio...  I corridoi rivestiti di legno... il vagone dove servono la colazione...
Mi sento come nelle riprese di un film, ma il vero 'sogno' comincia in prima classe.
I sedili rivestiti di broccato, i tavolini blu, dello stesso colore della moquette che copre il pavimento, perfettamente apparecchiati per la colazione, una caratteristica lampada con paralume bianco orlato di passamaneria dorata giusto davanti al finestrino e, per gli ospiti del primo scompartimento che evidentemente festeggiano un'occasione speciale, una bottiglia di champagne...

Il viaggio ha inizio.
Il percorso di questo treno senza dubbio  non è stato scelto a caso: il panorama della campagna scozzese, già molto bello con le sue verdeggianti colline, si fa davvero  spettacolare quando il treno imbocca il lunghissimo viadotto di Glenfinnan nei pressi della stazione omonima. Qui la ferrovia si slancia da una sponda all'altra di una gola curvando dolcemente su di un viadotto risalente alla fine del 1800 sorretto da ben 21 archi di pietra che arrivano fino ad un'altezza di 30 metri.
La cosa incredibile è che a un certo punto, dalle ultime carrozze del convoglio si riesce a vedere la locomotiva sbuffante che ha già superato la metà della curva. 
Ora, io non ho testimonianze fotografiche di ciò che ho appena descritto (non era alla mia portata), ma ho visto il nostro fotografo ufficiale (nonché guida/ideatore/organizzatore del tour) sporgersi  fuori dal finestrino per immortalare in ogni istante il pittoresco panorama, incurante della fuliggine che gli ha tinto il viso (eh, eh... era nero come il macchinista!!!!) e rischiando il soffocamento alla prima galleria che lo ha sorpreso col finestrino aperto! (ah, ah, ah!)  Ne valeva la pena però!
Man mano che ci avviciniamo alla costa  la vegetazione comincia a cambiare, il verde si fa più intenso e nell'ultimo tratto della corsa  l'oceano ci accompagna all'orizzonte.
Neppure Mallaig delude: un piccolo porto con tante case bianche che dalla riva si specchiano nel mare dorato dal sole e, ad accoglierci, una stazioncina che ci  appare come un modellino sullo sfondo di un diorama.

E' l'ora di pranzo, prendiamo fish and chips al take away della stazione a andiamo a mangiarcelo al porto in compagnia di un gabbiano che disdegna le patatine, apprezza molto il pesce ma (ve lo giuro!) sputa la pastella!!!!
 
Rientriamo a Fort William che sono le quattro e mezza del pomeriggio. 
Il resto della serata lo passiamo a goderci la cittadina e scopriamo i resti di un vecchio forte.
Le pietre secolari che dovevano difendere il paese corrono lungo la costa creando una piccola baia protetta dal vento. Un piccolo arco attraversato da un sentiero di ghiaia accompagna paziente i passi dei visitatori fin sul tappeto erboso ben rasato che invita alla sosta. 
C'è calma, c'è pace e tranquillità nell'aria, e io cedo volentieri all'invito: mi siedo e lascio correre lo sguardo lontano... 
Credetemi, potrei stare così fino a domattina...
 
Ma la luce è ancora troppo bella: i riflessi sull'acqua, il colore delle nuvole oltre il contorno del monte, il profilo delle piccole imbarcazioni... Beh, non è compito mio... Io, quello che ho potuto fare per 'mostrarvi' le meraviglie di un'altra giornata di gita, l'ho fatto... 

Ora lascio che lavorino i professionisti: il nostro instancabile fotografo ufficiale e la sua insostituibile assistente. 


DURO EH, IL LAVORO DI ASSISTENTE FOTOGRAFO, 
E NON LASCIARLO CADERE CHE SI BAGNA LA MACCHINA!!!!




DOMANI UNA FAVOLOSA GITA A LOCHNESS ALLA RICERCA DEL MOSTRO PIÙ FAMOSO D'EUROPA: NESSIE, PREPARA IL THE CHE STIAMO ARRIVANDO!!!





mercoledì 6 giugno 2012

MARTEDI' 22 MAGGIO

Il nostro secondo giorno in Scozia si sveglia avvolto da una nebbia leggera che sfoca appena i contorni di case e strade. Noi usciamo presto, prendiamo un caffè e un muffin da Starbucks come nei telefilm americani e ci fermiamo nel parco a consumare la nostra colazione in compagnia di uno scoiattolo. 
Poi, carichi come muli, raggiungiamo la stazione. Oggi, la nostra scelta di usare i mezzi di trasporto pubblici si rivelerà  particolarmente azzeccata poiché, mentre le principali arterie stradali seguono la costa, solo la ferrovia attraversa la regione montuosa.
Il costo del treno (piuttosto alto) è in parte giustificato dalla precisione delle corse, dalla minuziosa informazione in stazione e durante il viaggio, dalla comodità e dalla pulizia delle vetture, complice una buona educazione che qui viene data per scontata.
Dopo un prima tratta facciamo una breve sosta a Glasgow e ne approfittiamo per un giretto per le strade della città in attesa del treno per Fort William. 
Ripartiamo alle 9.05, ci lasciamo alle spalle un paio di paesoni dell'interland di Glasgow, poi ecco la tipica campagna inglese. 
Quindi il panorama cambia rapidamente.
Gli arbusti di ginestre lasciano il posto a piante ad alto fusto, l'orizzonte si fa movimentato, di un verde brillante a ridosso della ferrovia e più scuro in lontananza.
In breve il paesaggio si fa montuoso: ampi pascoli che a tratti cedono il passo a fitte pinete fin sulle cime, poi ancora pascoli  costellati qua e là da piccole macchie di abeti. 
E' incantevole. 
Il nostro tour prevede una tappa a Rannoch intorno all'ora di pranzo.
Ora, lasciatemi spiegare come la scelta di Rannoch quale meta intermedia del nostro secondo giorno di gita sia stata frutto di un'oculata strategia turistica: il fatto è che uno dei membri della spedizione ha puntato un dito a caso sulla cartina e ha detto 'ci fremiamo qui: mi piace il nome!'

Ma cosa c'è da vedere a Rannoch? Beh, appena scesi dal treno ci accorgiamo che a Rannoch c'è la stazione con una bella balconata di viole sotto la finestra e una graziosa tea room che, ci dicono, 'aprirà dopodomani'. 
Saliamo sull'attraversamento pedonale dei binari e ci incamminiamo sull'unica strada che parte da lì e si snoda in mezzo alle colline. A poche centinaia di metri incontriamo una bellissima 'guest house'  davanti alla quale due nonnine sedute su una panchina in legno sorseggiano un the e leggono un libro condividendo lo stesso plaid sulle ginocchia.
Ancora pochi passi e ci ritroviamo davanti al cartello 'Rannoch station', per vedere se esiste anche una 'Rannoch city' saliamo su una cresta e ci guardiamo attorno. 
Davanti a noi il nulla... se di nulla vogliamo parlare!
Non fraintendetemi: il silenzio è totale, ma ovunque volgiamo gli occhi, lo sguardo è appagato ad un paesaggio quasi irreale.
Sotto i nostri piedi  il pendio degrada dolcemente fino a un immenso lago, a destra e a sinistra ancora prati ondulati, interrotti qua e là dal luccicare di piccoli corsi d'acqua che affiorano dal tappeto paludoso, più in là ancora il contorno di un lago; alle nostre spalle le colline che si alzano fino a raggiungere cime dal contorno mai troppo aspro e ricoperte da fitti boschi di sempreverdi; in lontananza il viadotto della ferrovia che si slancia su di un ponte di ferro verde come il panorama alle sue spalle. 
Il cielo è limpido come raramente accade da queste parti e la luce del sole inonda uniforme la campagna riflessa nei molti specchi d'acqua. 
Decidiamo di raggiungere la riva di un lago per fermarci a mangiare, ma con calma: la pace che regna tutto attorno detta il ritmo dei nostri passi... infondo non dobbiamo mica prendere un treno... almeno fino alle tre del pomeriggio. 
Improvvisamente da dietro una piccola macchia di arbusti più alti, un branco di capre selvatiche ci attraversa davanti scomparendo a grandi balzi oltre le collinette nella direzione del lago a cui siamo diretti. Decidiamo di lasciare la strada e procediamo seguendo gli animali. 
In verità noi siamo molto meno agili... (solo perché loro non hanno gli zaini!!) e il verde più intenso dei parati  si rivela intriso di acqua. Io sprofondo con gli scarponi nel terreno paludoso e mi lamento: ma dovevamo proprio lasciare il sentiero! 'Se lo fanno le capre possiamo farlo anche noi!' sentenzia la guida (nonché ideatore/organizzatore/fotografo ufficiale) del nostro tour. 
Ancora qualche passo e mi ritrovo ginocchioni nella melma (ma vaffa' un po' anche a lui e alle capre! fortuna che non era pronto con la macchina foto!!!). 
Ritroviamo un sentiero, poco dopo una strada di terra battuta e, qualche centinaio di metri più avanti lo spettacolo 'paga'... 
Davanti a noi ecco il lago con la vegetazione che declina dolce sul greto sabbioso. La superficie, dorata dal sole, è appena increspata dalla leggera brezza che fa frusciare i pini alle nostre spalle e tutto attorno ancora quel magnifico orizzonte appena ondulato che lascia correre lo sguardo all'infinito... da togliere il fiato. 
A questo punto sono in pace col mondo... e per un attimo non esiste altro che questa sensazione... 
Poi prevale la fame: apriamo gli zaini e diamo fondo alle provviste!
Solo un'ultima considerazione: ma nel pacchetto turistico non era compreso anche un meraviglioso Highlander che mi doveva togliere d'impiccio e portare nel suo cottage offrendomi un the mentre calze, scarpe e... pantaloni asciugavano davanti al camino? 


MI DICONO DI NO!






Alle tre riprendiamo il nostro treno alla stazioncina di Rannoch e raggiungiamo Fort William.

DOMANI IN TRENO DA FORT WILLIAM A MALLAIG E RITORNO 
CON UNA CORSA DAVVERO SPECIALE!